07 settembre 2023 ore 19.00 

VILLA LYSIS 

I Neoplatonici di Luigi Settembrini
con Massimo Verdastro 

e l’arpa di Gianluca Rovinello

Ingresso su prenotazione

Il festival si apre il 7 settembre con I Neoplatonici di Luigi Settembrini, interpretato in versione ridotta da Massimo Verdastro, accompagnato dall’arpa di Gianluca Rovinello con musiche dal Satyricon di Nino Rota.
Dopo anni di censura, il testo dimenticato di Settembrini torna a rivivere nell’autenticità delle sue parole, lungamente considerate scomode persino da intellettuali come Benedetto Croce che cercano di cancellarlo dalla produzione del patriota. I Neoplatonici, per Aristeo di Megara, traduzione dal greco fu ritrovato per caso nel 1937 nella Biblioteca Nazionale di Napoli e pubblicato postumo nel 1977, è un racconto breve omoerotico ambientato nell’antica Grecia, non una traduzione dal greco come Settembrini dichiarò alla moglie. Nessuno in quegli anni descrisse con tanta equità e audacia scene d’amore e sesso tra due uomini, e nessuno in quegli anni ebbe l’opportunità di leggerlo.  

Oggi lo farà per il pubblico del CapriArt* Massimo Verdastro, introdotto da Pasquale Quaranta, giornalista e Diversity editor del quotidiano La Stampa.  

Non solo, il legame tra Settembrini e il CapriArt* è doppiamente stretto anche grazie ai materiali di archivio che hanno rivelato la collaborazione e l’incontro tra Luigi Settembrini e il “padre spirituale” del nostro festival Henry Wreford, personaggio fondativo della storia di Capri. Il giornalista inglese di stanza sull’isola dal 1842 conobbe Settembrini nel 1851 quando era imputato nel processo della Vicaria. “La frequentazione diretta ed epistolare seguita al loro re-incontro dopo che era stata fatta l’Unità d’Italia oltre a rinvigorire i loro comuni sentimenti anticattolici risvegliò l’interesse di Wreford per la lotta alle politiche oppressorie che sfruttavano surrettiziamente le differenze di genere, che fossero di colore, di sesso o altro poco conta, tema questo che, persi i modi esplicitamente politici, caratterizzò il suo lavoro negli anni seguiti all’unificazione dell’Italia fino alla sua morte”.  

“I fatti narrati raccontano dell’amicizia di due uomini durata tutta la vita, che sebbene da ragazzi il loro legame erotico-affettivo fosse di natura gioiosamente omosessuale, questo non aveva impedito loro di diventare adulti perfettamente integrati nella società, nonché valorosi guerrieri, mariti e padri esemplari; approdando infine a una bisessualità serena e consapevole”

Massimo Verdastro 

Massimo Verdastro 

Massimo Verdastro, attore e regista, ha alle spalle una lunga e intensa attività teatrale, iniziata a Roma nel 1977 ed è tra i più apprezzati attori teatrali in Italia. A Palermo nel 1980, si è diplomato alla Scuola di Teatro diretta da Michele Perriera ed è stato tra i soci fondatori della cooperativa Teatès. Ha collaborato con Silvio Benedetto, Mimmo Cuticchio e Franco Scaldati. Dai primi anni Novanta si è fatto promotore e interprete dell’opera di Nino Gennaro e Lina Prosa. È stato diretto da importanti registi, tra i quali: Federico Tiezzi, Luca Ronconi, Michele Perriera, Peter Stein, Giancarlo Nanni, Serena Sinigaglia, Sylvano Bussotti, Nanni Moretti, Roberto Andò, Valter Malosti, Mauro Avogadro, Giancarlo Cauteruccio, Daniele Salvo. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come il Premio Ubu nel 2002 e il Premio Eti Olimpici del Teatro nel 2007. Significativo il sodalizio artistico più che ventennale con Federico Tiezzi e Sandro Lombardi. A Firenze nel 1999 crea, con la cantante Francesca Della Monica, la “Compagnia Verdastro della Monica”. Dall’ottobre del 2020, presso il Teatro Comunale “Luca Ronconi” di Gubbio, dirige i corsi di alta formazione per il progetto da lui ideato “Teatro dell’inclusione/Convivio didattico delle arti sceniche” incentrato sullo studio e l’analisi dell’opera di Luigi Pirandello. È tra i protagonisti dello spettacolo “La Pace” di Aristofane, con la regia di Daniele Salvo, per la stagione 2023 del Teatro Greco di Siracusa, Fondazione Inda. 

Pasquale Quaranta 

Pasquale Quaranta (Salerno, 1983) è giornalista, docente e attivista per i diritti delle persone Lgbtq+ Dal 2013 lavora nella divisione digitale del gruppo Gedi, dove si è occupato principalmente della copertura giornalistica video e social di Repubblica.it e Repubblica Tv. Attualmente lavora al desk digitale del quotidiano La Stampa dove ricopre il ruolo di Diversity editor.  Ha insegnato “Social media management” al Master in giornalismo dell’università di Torino. È stato progettista e docente per il Cirps Consortium dell’Università Sapienza di Roma, dove ha svolto corsi di formazione giornalistica e laboratori didattici sulla rappresentazione delle persone lgbt+ nei media. Tiene inoltre corsi sulla diversity per l’Ordine dei giornalisti. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Studi comparati: lingue, letteratura, formazione all’Università di Roma Tor Vergata con una tesi dal titolo “Detto, interdetto e maledetto. Per un primo vocabolario dell’omosessualità”.

Gianluca Rovinello 

Gianluca Rovinello è un arpista e compositore italiano. Dopo gli studi classici presso il Conservatorio di Napoli si propone l’obiettivo di rendere l’arpa uno strumento di piú ampio respiro adatto ad ogni genere moderno. Nel 2015 fonda i Gatos do Mar con cui pubblica gli album “La Zattera” (2016), “La Sindrome di Wanderlust” (2019) e “Stregatti dalla Luna” (2023) creando con la sua arpa uno stile unico ed innovativo. Da solista si dedica alla sperimentazione elettronica legata al folk e al jazz, pubblicando gli album “Grass n’ Wood” (2020), “Mekanikharp” (2022) e “Classic Jam” (2023). Collabora con molti musicisti italiani come Daniele Sepe, Giovanni Block, Blindur, Consiglia Ricciardi, M’Barka ben Taleb, Flo, Tommaso Primo, Lucariello prestando la sua arpa in più di 100 dischi in 20 anni.

photo by: Gianluca Benedetti